Archive for the 'provincia di macerata' Category

Un aiuto alle famiglie in difficoltà

Un aiuto concreto per tante famiglie che attraversano uno stato di difficoltà temporaneo. Con questo scopo la Provincia, in collaborazione con le banche di Credito Cooperativo del territorio, ha attivato il progetto del microcredito sociale: un fondo di 100mila euro per garantire piccoli prestiti fino ad un massimo di 3mila euro da restituire in 36 mesi. Il progetto è rivolto alle famiglie della nostra provincia, anche di diversa nazionalità se in regola con i permessi di soggiorno, e potrà essere utilizzato per affrontare situazioni di emergenza come spese sanitarie, scolastiche, attivazione di utenze o altri eventi straordinari. Per far si che il progetto possa rispondere realmente ai bisogni del territorio, la Provincia ha coinvolto anche gli Ambiti territoriali sociali e le Caritas delle diocesi.
“Vogliamo unire le forze del territorio – ha spiegato l’assessore provinciale Andrea Blarasin – per raggiungere obiettivi comuni, soprattutto in un momento difficile come questo. Non si tratta di un progetto fine a se stesso, ma che s’inserisce in una serie di iniziative volte a dare respiro a situazioni di instabilità”.
“Non è un provvedimento tardivo – ha concluso il presidente Franco Capponi – ma che arriva in un periodo ancora piuttosto difficile, perchè la ripresa sarà ancora lunga”.

Da Il Resto del Carlino

Blarasin visita le imprese che hanno vinto la crisi

L’assessore alle Politiche del lavoro della Provincia Andrea Blarasin, su invito della ditta Fileni, ha iniziato a visitare le aziende del territorio che, meno di altre, stanno risentendo della crisi economica. Visite che hanno lo scopo di comprendere le motivazioni del successo di queste imprese, ma anche di promuovere gli incentivi messi in campo dalla Provincia e riguardanti la formazione del personale in tema di sicurezza sul lavoro e di stabilizzazione del personale precario. “Un indice importante – ha detto Blarasin dopo l’incontro con Roberta Fileni – sono i 1650 dipendenti, tra cui i 600 presi in carico da un’azienda in crisi acquisita dalla Fileni, per i quali è rientrata la cassa integrazione, che terminerà prima della fine dell’anno.”
Da “Il resto del Carlino”

Il Muro e le nuove minacce. L’ex ministro Martino sul crollo del comunismo e terrorismo

NON DIMENTICARE le due importanti lezioni ereditate dal XX secolo: prendere sul serio le minacce dei fànatici e prepararsi per tempo ad affrontarle». Questo l’invito che Antonio Martino, già ministro degli Esteri e poi della Difesa, ha rivolto al termine della sua lectio magistralis tenuta nell’aula magna dell’Università di Macerata, dove si è svolto il secondo incontro di riflessioni sui valori di libertà e democrazia, nell’ambito degli eventi celebrativi della caduta del muro di Berlino organizzati dalla Provincia di Macerata. Accolto dai saluti del presidente del Consiglio provinciale, Umberto Marcucci, della professoressa Paola Olivelli, e del presidente della Provincia Franco Capponi, l’on. prof. Antonio Martino è stato introdotto da Serena Sileoni, curatrice del ciclo di convegni, come «l’unico paladino in Italia del puro liberalismo».
ATTUALMENTE presidente italiano dell’Unione interparlamentare, Martino ha parlato senza remore degli orrori del passato e dei timori del presente. Quanto ai primi egli ha ricordato che il crollo del muro «ha restituito al vecchio Continente la sua centralità, liberando il mondo intero da un terribile e apparentemente ineliminabile incubo». Si è poi chiesto, senza trovare risposta, «come un mito malevolo e malvagio avesse potuto fare presa su tanta gente che pure aveva di fronte l’evidenza indiscutibile delle sue nefaste conseguenze e dei suoi orrori», e come «i comunisti italiani avessero potuto circondarsi di un’aria di rispettabilità quando addirittura non pretendere di possedere una sorta di superiorità morale». «Non c’è stato comportamento — ha proseguito Martino — per quanto riprovevole dell’Unione Sovietica che non sia stato accolto come giustificato e necessario dalla maggioranza dei comunisti italiani. L’URSS per loro era intoccabile, immune da qualsiasi critica. Eppure — ha proseguito l’ex Ministero — non solo l’orrore umano, ma anche il fallimento economico del modello sovietico erano un dato oggettivo».
CITANDO il sarcasmo di Hayek, Martino ha affermato che «prima venne chiesto ai cittadini dell’Est di adottare il comunismo perché riusciva a garantire benessere meglio di qualsiasi altro sistema; non appena fu evidente che ciò non era vero, venne chiesto di diventare comunisti perché i beni di consumo non erano importanti!». Quanto ai timori del presente, Martino ha affermato che «col crollo del Muro si è passati dall’incubo della guerra al rischio del terrorismo» e ha poi insistito sulle debolezze dell’Occidente. Al termine della lectio, la Provincia ha donato a Martino un quadro dell’artista maceratese Silvio Natali in segno di gratitudine. L’opera di Natali si ispira proprio alla caduta dei regimi comunisti dell’est Europa e alla fine della cosiddetta guerra fredda.
Da Il Resto del Carlino del 23/11/2009

Blarasin: Fileni e Simonelli esempi da seguire

da “Il resto del Carlino” – Marche Economia.

“La Fileni di Cingoli e la Nuova Simonelli di Belforte del Chienti sono due grandi esempi da seguire, due esempi che ci fanno capire che forse la ripresa dalla crisi potrebbe essere più rapida del previsto”. Parole dell’Assessore al Lavoro della Provincia di Macerata, Andrea Blarasin, dopo i riconoscimenti a livello nazionale ottenuti dalle due aziende. I numeri parlano chiaro: la Fileni sfiorerà un più 30% per l’anno 2009, la nuova Simonelli ha chiuso il 2008 con un fatturato di 27 milioni di euro in crescita del 10,9% e prevede di terminare il 2009 sugli stessi livelli positivi del 2007. “Complimenti alle capacità e responsabilità dei dirigenti e al valore di tutti i dipendenti che lavorano nelle due aziende – dice Blarasin – perché i grandi risultati sono sempre il frutto della volontà e dell’impegno di tutti. La Fileni e la Nuova Simonelli sono aziende che, pur entrando nel mercato globale, sono rimaste straordinariamente italiane; non hanno spostato la produzione nell’Europa dell’Est o in Cina, il loro è un Made in Italy al 100%. E’ da evidenziare, inoltre, che nessun lavoratore è stato licenziato o messo sotto cassa integrazione, anzi continuano ad assumere. Aziende che non ricorrono ad aiuti statali ed investono nella ricerca, nell’innovazione tecnologica,riconoscendo l’importanza di valori come la tradizione,la qualità e le risorse umane. Vogliamo dare ascolto a tutte le aziende che vogliono crescere, alle imprese che sono più esposte ai colpi della crisi, ai piccoli imprenditori e artigiani che vogliono ritrovare la forza per continuare la loro attività per poterli aiutare a superare questo momento poco favorevole. Perché la crisi può essere anche un momento di opportunità per rivolgersi e investire in settori nuovi.” Con queste parole, l’Assessore Blarasin fa sapere che si rende personalmente disponibile ad incontrare le aziende del territorio che vogliono intraprendere delle iniziative in modo da essere più competitive . “A questo scopo – conclude l’Assessore – stiamo attuando politiche di sostegno e di coordinamento per favorire la crescita e il consolidamento delle piccole e medie imprese del nostro territorio.”

Formazione e Lavoro: 150 giovani avviati a tirocini in aziende e enti

Sono centocinquanta i giovani inoccupati che la Provincia di Macerata ha avviato nei mesi scorsi in percorsi di formazione in aziende ed enti, nell’ambito del progetto “Tirocinio”. Grazie a questo strumento, essi hanno potuto maturare esperienze professionali inerenti il proprio titolo di studio o il proprio interesse professionale, conoscendo direttamente le realtà del mercato del lavoro locale.
“Si tratta di un’esperienza – precisa l’assessore alla Formazione professionale e politiche del Lavoro, Andrea Blarasin – che ha una durata minima di tre mesi e massima di sei, elevabile a nove mesi per i soli neolaureati. E’ molto utile sia per coloro che svolgono il tirocinio, sia per coloro che ospitano i tirocinanti. I primi, infatti, hanno la reale possibilità di ’sperimentarsi’ in un’attività lavorativa di proprio interesse. Nel contempo, l’azienda o l’ente pubblico ha modo di impiegare e accrescere le competenze del tirocinante, traendo dal suo inserimento uno spunto per l’innovazione organizzativa, di processo o di prodotto”.
Esistono due formule di attivazione dei tirocini formativi: uno finanziabile (sulla base di un apposito bando) ed uno non finanziabile. Il primo consiste nel riconoscimento al giovane tirocinante di un’indennità individuale mensile, che varia dai 200 ai 350 euro, rapportata alla distanza percorsa per raggiungere la sede del tirocinio. “Questo tipo di tirocinio– spiega Anna De Amicis, che in assessorato si occupa del relativo servizio – si può attivare presso datori di lavoro privati che ricadono fra le micro, piccole e medie imprese o enti pubblici. In favore dell’azienda o dell’ente, la Provincia riconosce il rimborso dei costi per le assicurazioni contro gli infortuni sul lavoro e per la responsabilità civile”.
Il tirocinio non finanziabile non prevede indennità o rimborsi per il tirocinante né il riconoscimento delle spese di assicurazione sostenute dalle aziende o dagli enti pubblici. Questo formula è destinata ai datori di lavoro non contemplati dall’avviso pubblico dei tirocini finanziabili ovvero ad aziende di grandi dimensioni, studi professionali e studi associati, associazioni iscritte all’albo nazionale o regionale oppure comunale con almeno un dipendente a tempo indeterminato.
La Provincia ha destinato quest’anno al progetto una quota di circa 130 mila euro del Fondo sociale europeo.