Archive for the 'Pdl' Category

Campagna adesioni PDL

Dal Governo aiuti alle aziende

“Niente per i precari, niente per le imprese”, lamentava a vanvera 48 ore fa il buon Bersani. Se si fosse informato sulle prossime scadenze dell’attività di governo avrebbe evitato una brutta figura. Quanto ai precari che hanno perso il lavoro è in arrivo il raddoppio dell’assegno una tantum, mentre per il sostegno alle piccole e medie imprese decolla il fondo da tre miliardi fortissimamente voluto da Tremonti.
Il fondo salvaimprese sarà misto pubblico-privato: Unicredit, Monte dei Paschi, Intesa San Paolo con la Cassa depositi e prestiti e l’adesione dell’Abi e di Confindustria. Al ministero dell’economia, nella cui sede si è tenuto il summit decisivo, il ruolo di coordinamento. Il fondo di private equity è finalizzato alla patrimonializzazione delle aziende che abbiano un fatturato da 10 a 100 milioni di euro (sono circa 15mila) e avrà una durata di 10-15 anni. E’ rivolto alle imprese con potenzialità di crescita, che siano interessate a far entrare nel capitale, in posizione di minoranza, questo particolare investitore istituzionale.
A partire da questa settimana è prevista una rapida accelerazione di tutte le adempienze (a partire dalla definizione del vertice) per arrivare alla fase realizzativa che vedrà un momento di presentazione alla stampa entro Natale.
Nel fine settimana Palazzo Chigi ha anche dato il via libera a un’altra importante normativa che riguarda le piccole e medie imprese, adottando la direttiva europea che va sotto il nome di “small business act”. Oltre a strumenti già esistenti, nelle quindici pagine del provvedimento vi sono importanti novità come l’apertura per le piccole imprese alle commesse bandite dai comuni con meno di 5mila abitanti oppure la proposta di rendere più conveniente il subappalto. Commenta Confindustria: “Finalmente si legittima il ruolo sociale della piccola industria”.
Quanto alla precarietà, la risposta ai vaneggiamenti del parolaio Bersani stanno ancora una volta nei fatti. Il raddoppio da 2mila a 4mila euro della cifra massima destinata ai precari che abbiano perso il lavoro è stabilita da uno degli emendamenti del governo alla Finanziaria, inserito nel pacchetto welfare del ministro Sacconi.
L’attenzione del governo al tema della disoccupazione è confermata peraltro dalla proroga a tutto il 2010 della cassa integrazione in deroga e di tutti gli ammortizzatori sociali introdotti quest’anno, con estensione del trattamento ai settori o agli ambiti non coperti.
I buoni risultati della strategia anti-crisi del governo, infine, sono stati confermati dall’analisi mensile congiunturale del centro studi di Confindustria.
Dopo il rimbalzo estivo della produzione industriale (+4%), la crescita di ottobre (+1,6%) e di novembre (stimata in +1%), le aspettative sono per l’ulteriore consolidamento della ripresa per questo trimestre e per i due successivi del 2010.

Da “Il Mattinale” – Contributo del Coordinamento Nazionale Pdl – A cura dell’On. Paolo Bonaiuti

Manifesto elettorale

Macerata: Ecco i candidati del Pdl

“Abbiamo scelto dei candidati autorevoli, in rappresentanza delle diverse categorie della città, per restituire a Macerata il ruolo di capoluogo che le spetta”. Così Franco Capponi ha presentato ieri i candidati del Pdl alle elezioni provinciali nei quattro collegi di Macerata. Sono Andrea Blarasin, già consigliere provinciale, che correrà a Piediripa, Vergini, Santa Lucia, Pace, Silvano Iommi a Sorzacosta, Claudio Carbonari a Villa Potenza, Debora Pantana al centro storico. “Negli ultimi anni – ha continuato il candidato presidente del centrodestra, Macerata ha perso molte delle sue funzioni, basti pensare alla chiusura della sede della Banca d’Italia. Noi vogliamo rilanciare la città, sfruttando anche i grandi flussi che genererà la Quadrilatero. Il capoluogo dovrà però dialogare con tutti i Comuni del territorio, diversamente da quanto è avvenuto fin’ora”. Usando una metafora calcistica, Capponi ha poi detto di sentirsi come l’allenatore di una squadra: “Non sono una prima donna e penso ad agire più che ad apparire. La nostra non sarà una campagna elettorale sopra le righe: sarò la campagna elettorale dell’ascolto e del confronto”.
I quattro candidati maceratesi hanno quindi delineato le priorità da seguire. Per Silvano Iommi, “Macerata sta vivendo una caduta verticale dal punto di vista industriale, amministrativo e culturale. Il suo rilancio passa attraverso la creazione di un nuovo polo produttivo e museale, il potenziamento del tribunale e la realizzazione di una cittadella dei servizi con la riqualificazione della zona delle Casermette”. Debora Pantana ha invece sottolineato la necessità di interventi a sostegno delle donne lavoratrici e ha attaccato lo slogan del presidente uscente: “Ma quali fatti? A Macerata, Silenzi ha fatto solo spot e nulla di concreto”.
Andrea Blarasin ha puntato il dito contro la coalizione a sostegno di Silenzi. “In cinque anni di mandato – ha accusato Blarasin – Silenzi ha svilito il ruolo del consiglio provinciale e quindi del territorio, accentrando ogni decisione per aumentare la sua visibilità personale. Ora, il presidente uscente, evita perfino di nominare i partiti che dovrebbero sostenere la sua candidatura: da Rifondazione comunista ai Verdi, dai Comunisti italiani al Pd, si tratta delle stesse forze che hanno affossato il governo Prodi.”

Palas – Pdl: "Questa Giunta ha fallito"

"Città allo sbando con mille priorità" Blarasin al vetriolo pensa al Pdl locale

Intervista di Nicola Paciarelli tratta da “Il Messaggero”

Si divide tra il Comune e la Provincia (è eletto in entrambe le assemblee) in rappresentanza di Alleanza nazionale. Andrea Blarasin, trentaseienne dottore commercialista, nella sua veste di consigliere comunale del gruppo di An ha una visione piuttosto preoccupata della situazione cittadina e della gestione della giunta in carica.
Consigliere, quali sono i problemi più gravi della citta?
«Macerata è allo sbando, è tutta una priorità. I problemi sono i soliti e sono tanti, e ciò è colpa di una giunta che non è capace di garantire neanche l’ordinaria amministrazione. Potrei dire il centro storico, la viabilità, il turismo, la cultura: sono tutti punti dolenti».
Cosa fare, allora, per risollevare la situazione?
«Al di là dei singoli progetti, si tratta di una questione di metodo. Un’amministrazione deve avere bene in mente l’idea della città che vuole. Per fare questo ci vuole un piano strategico che prenda in considerazione la città e gli obiettivi da raggiungere. Macerata ha bisogno di essere rilanciata come capoluogo e la prima cosa che mi viene in mente è l’annoso problema del parcheggio a nord: senza quello il centro storico non avrà mai autorevolezza».
Autorevolezza, in che senso?
«Autorevolezza, per una città, significa dare slancio a iniziative di qualità, ad esempio in ambito turistico. In questo campo Macerata deve essere la città capofila della provincia, che dia le linee di indirizzo. Abbiamo la fortuna di avere belle cose, allora valorizziamole».
Si avvicinano le elezioni. Le provinciali nel 2009 e le comunali nel 2010. Come si presenterà il centrodestra maceratese a queste importanti scadenze?
«Sono per una netta accelerazione del processo di costituzione del Pdl a livello locale. Bisogna creare un gruppo compatto che sia in grado di risolvere i problemi. Lasciare tutto così come ora, con Fi e An che sono due partiti distinti, è un problema, in quanto ci sono contenuti diversi. Bisognerà trovare unità di vedute e lasciare da parte le singole posizioni personali».
Il Pdl, però, può dare l’impressione di un partito verticistico, con Berlusconi che detta le condizioni. Cosa ne pensa?
«Non mi va che il Pdl nasca dall’alto. Deve scaturire dalla base con regole, metodo e progetti, poi si parlerà di nomi. Non si può basare l’intesa sulle persone, ma su intenti e obiettivi. Affrettiamo i tempi per non presentarci ancora divisi a un anno dalle provinciali, anche perchè le provinciali saranno importantissime anche per il Comune e ci faranno capire se siamo veramente riusciti a rinsaldare il rapporto con gli elettori, e se saremo dodati di una sufficiente efficacia politica».

Conferenza stampa di Blarasin. Si gettano le basi per il Popolo della Libertà nelle Marche.

Macerata – Nasce il «Comitato per la promozione della costituzione nelle Marche del Popolo della Libertà». L’iniziativa è stata presentata in conferenza stampa da Andrea Blarasin, consigliere comunale e provinciale, e da Silvano lommi, consigliere comunale. Lo scopo è di gettare sin da questo momento le basi quando confluiranno in un unico soggetto politico Alleanza Nazionale, Forza Italia, e gli altri partiti che hanno aderito al Popolo della Libertà. Il comitato è appoggiato, oltre che da Blarasin e da lommi, anche dai consiglieri regionali Guido Castelli, Franco Capponi, Francesco Massi, Ottavio Brini, Roberto Giannotti; e poi da Umberto Marcucci, vicepresidente del consiglio provinciale; dai consiglieri dei Comuni maceratesi Mirco Braconi, Alberto Pilato, Alessia Pupo, Valeria Ruiti Spurio, Giorgio Pollastrelli, Giuseppe Dezi e da consiglieri di altri Comuni marchigiani. Alla presentazione è stato detto che «occorre evitare di prendere decisioni tra pochi, ed è per questo motivo che è bene promuovere la costituzione del Pdl agevolando la partecipazione. E così le porte del Comitato sono aperte a tutti».

Gianfranco Fini, Presidente della Camera: "per una legislatura costituente"

ROMA – «Sono un uomo di parte, ma mi impegnerò per il rigoroso rispetto della parità dei diritti di tutti i parlamentari». Inizia così la presidenza di Gianfranco Fini a Montecitorio. Nel suo discorso di insediamento, il leader di An (eletto con 335 voti su 611 votanti) ha rivolto un «doveroso e sincero» saluto al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, un pensiero al neo eletto presidente del Senato Renato Schifani e un omaggio a Benedetto XVI. Un discorso di undici pagine, lette in 14 minuti, interrotto da sedici applausi e suggellato da una standing ovation finale, durante il quale Fini ha sottolineato soprattuto l’auspicio che «la XVI sia davvero una legislatura Costituente», nella convinzione di «interpretare il pensiero di tutte le forze politiche». Sarebbe «sbagliato», ha affermato Fini, «dire che nulla è stato fatto».

«PACIFICAZIONE» – Dal neo presidente della Camera un elogio del 25 aprile e del primo maggio: «Celebrare la ritrovata libertà dell’Italia e la centralità del lavoro è un dovere cui nessuno deve sottrarsi» ha spiegato Fini. «Si tratta di valori – ha aggiunto – condivisi da tutti gli italiani, specie i più giovani». Per il nuovo numero uno di Montecitorio, nonostante siano «pochi e isolati» quelli che ancora «alzano steccati di odio», bisogna continuare a impegnarsi verso «la ricostruzione di una memoria storica condivisa, una pacificazione nazionale tra vincitori e vinti».

OMAGGIO AL TRICOLORE – Nel suo primo discorso da presidente a Montecitorio , Fini ha voluto inoltre rivolgere un omaggio «alla bandiera tricolore simbolo della nazione», in cui ha detto il leader di An «il nostro popolo si riconosce».

RELATIVISMO – Molto forti le parole espresse da Fini sul «relativismo culturale», definito «un’insidia alla nostra libertà e alla democrazia». «La libertà – spiega il presidente di Montecitorio – è minacciata quando in suo nome si teorizza l’impossibilità di definire ciò che è giusto e ciò che è sbagliato». Secondo Fini, è responsabilità della politica e delle istituzioni rispondere a questa «minaccia», puntando «sull’educazione dei giovani e sulla diffusione del sapere».

LAVORO – Prima di concludere il suo discorso (con «Viva l’Italia, viva la Camera dei deputati») Fini ha anche fatto riferimento al lavoro: «Tutti i deputati e le deputate – ha detto il presidente della Camera – senza distinzione politica sentano l’imperativo morale di dare la massima importanza che il diritto al lavoro possa essere esercitato in condizioni di sicurezza». «La perdurante tragedia delle morti bianche – ha aggiunto – offende le nostre coscienze e non deve essere più considerata ineluttabile ma deve generare lo sforzo comune a tutte le istituzioni perchè ad essa si ponga rapidamente fine».

APPLAUSI BIPARTISAN – Il leader di An sale allo scranno più alto di Montecitorio dopo 25 anni di presenza in Parlamento. Tutti i deputati della Pdl, ma anche tutti gli esponenti dell’opposizione hanno battuto a lungo le mani non appena il presidente di turno della Camera, Pierluigi Castagnetti, ha annunciato il raggiungimento del quorum. La figlia di Fini, Giuliana, che segue i lavori dalla tribuna riservata agli ospiti ha sorriso.

«SONO EMOZIONATO» – Cravatta rosa, completo grigio chiaro, abbronzatura vistosa. Così Fini si è presentato a Montecitorio nel giorno della sua elezione. «Sono un po’ emozionato – ha confidato prima dello spoglio – ma credo sia normale. Ma sono anche uno freddo di carattere». Fini, che si è trattenuto a chiacchierare con Roberto Calderoli mentre in Aula è in corso la prima chiama, si è poi lasciato andare ai ricordi e, in particolare, alla prima volta a Montecitorio. «Era l’83 – racconta – e c’erano Almirante e Berlinguer…». Poi il leader di via della Scrofa ha atteso lo spoglio pubblico delle schede del quarto scrutinio – quello decisivo – in una delle stanze che affacciano sul corridoio dei ministri al piano Aula.

NAPOLITANO – In serata il presidente Napolitano ha ricevuto i nuovi presidenti di Camera e Senato, Fini e Schifani. Quest’ultimo si è poi recato a Palazzo Grazioli, convocato da Silvio Berlusconi.

Andrea Blarasin sulle prossime elezioni: “Prima i progetti, poi i nomi”

La battaglia elettorale è finita senza infuriare, quasi che molti non se ne sono accorti, eppure ha cambiato il volto ad un intero sistema. A cominciare dai tanti politici che sono “morti” senza essere uccisi, dai vari feriti e dai numerosi dispersi. Ci sono anche le macerie delle vecchie “casate” sulle quali però è bene far crescere il verde dell’erba ed iniziare con le proprie forze, con volontà e sacrifici nuove costruzioni al servizio della gente.
Sulla base di tutto questo è bene che cessino anche alcune vecchie logiche di conduzione della politica per le quali gli esclusi o i perdenti, usciti a forza dalle prime file, cambiano corrente (per esempio a destra: da Fini a Storace, da Fini ad Alemanno) e cercano di riposizionarsi personalmente o tramite amici e parenti nelle seconde file possibili (per intenderci: sindaci, assessori, presidenti di provincia, di enti, di comitati o di associazioni).
Il popolo si è espresso senza appello: ha deciso chi mandare a casa, ha mostrato di volere vedere risolti i propri problemi, di detestare la “casta” di quei politici che tanto onore hanno avuto e tanto poco hanno dato.
E’ su questa chiara istanza popolare che bisogna impostare il nuovo lavoro politico: tutto il resto è già visto, giudicato e passato.
Pertanto, in vista dei nuovi appuntamenti elettorali che questa volta saranno locali, colgo l’occasione, come ho fatto tante volte in passato, per richiamare l’attenzione di tutte le forze socio-politiche sulla necessità di elaborare per tempo un progetto per l’intero territorio basato su regole e programmi certi, coerenti, necessari e condivisi.
Per quanto riguarda i candidati, essi verranno dopo e non prima come si è avvezzi a fare nell’esercizio di quel potere che tanti danni ha creato a questa comunità.
I candidati sindaci, presidenti ed altro dovranno essere identificati tra le persone che avranno dato prova di possedere i requisiti necessari a presiedere una Istituzione per storia personale e politica, professionalità, capacità amministrativa, moralità e soprattutto spirito di servizio alla gente.

Andrea Blarasin
Consigliere Provinciale e Comunale

Udc in frantumi anche nella nostra provincia.

Da Dario Morosi e Mauro Falcucci
riceviamo e pubblichiamo il seguente comunicato:

La linea politica assunta dall’UDC, di presentarsi autonomamente alle prossime elezioni politiche del 13 e 14 aprile 2008, vanificando così i tanti anni di alleanza con le forze politiche del centrodestra, ha generato il più grande sconcerto tra i sostenitori e simpatizzanti dell’U.D.C..

Era necessario accettare la sfida di Berlusconi, evitando posizioni ambigue, contribuendo così alla costruzione del futuro Partito Popolare Europeo, che è, per formazione e cultura, il nostro naturale e futuro approdo politico.

In questa ottica, ci è sembrato irragionevole derubricare, con troppa fretta, la proposta di Francesco Massi per una desistenza al Senato nelle Marche, che avrebbe consentito, oltre al conseguimento del premio di maggioranza da parte del centro destra, il consolidamento del senatore U.D.C. duramente conquistato nelle elezioni politiche 2006. Fatto, quest’ultimo, che ad oggi appare molto improbabile.

Per questi motivi abbiamo deciso, con enorme rammarico ed amarezza, di uscire dall’U.D.C., rimettendo di conseguenza i nostri incarichi, rispettivamente di membri della Direzione Provinciale di Pesaro e Macerata, nonché di segretario della sezione di Pievebovigliana-Fiastra-Fiordimonte-Acquacanina-Bolognola.

Sosterremo con impegno e determinazione la candidatura al Senato dell’amico Francesco Massi, sicuri di dare un contributo decisivo alla vittoria del Popolo della Libertà e di proseguire il percorso che ha visto Francesco Massi candidato nel 2005 alla Presidenza della Regione in rappresentanza dell’allora Casa delle Libertà.

Mauro Falcucci
Dario Morosi